Canaletto

Cullata dall'acqua

      Finalmente la meta è raggiunta!
É un caldo pomeriggio di maggio e Sofia non ama particolarmente guidare, specialmente quando il percorso, inconsueto, richiede tutta la sua attenzione e non può lasciare la mente libera di fantasticare al mutare del paesaggio. L'autostrada, con una carreggiata per lunghi tratti chiusa a causa di lavori, si è rivelata ansiogena, ma ora è giunta al parcheggio di Piazzale Roma dove lascerà per due giorni la macchina. É stanchissima, ma felice di immergersi nell'atmosfera magica di Venezia che val bene il sacrificio.
C’era stata da adolescente con la famiglia; a sua madre non era piaciuta, “troppa acqua, mi fa girare la testa” aveva detto, mentre lei ne era rimasta affascinata.
Ora a distanza di anni è sola, in "comando" per un corso di formazione che nel gergo della pubblica amministrazione vuol dire tutto organizzato e pagato. Non è in vacanza, ci vorrà impegno e attenzione,  ma le basta salire sul vaporetto di linea e quelle oscillazioni, quello sciabordio ritmico delle onde sul mezzo, quel virare nel seguire i canali, le danno subito un senso di beatitudine e offrono una veduta così ampia del paesaggio che le riportano alla mente le tonalità tenui, la chiarezza e la colorazione dorata della Venezia splendidamente inondata dalla luce  nei quadri del Canaletto.
Pian piano cominciano a scendere le ombre del tramonto e il variare della luce cambia i colori alle cose. Lei respira la bellezza che la circonda e ha quasi un sobbalzo quando viene annunciato l'arrivo al terminal di sbarco. Per un momento pensa di essersi sbagliata, forse la stanchezza o l'eccitazione; rilegge attentamente le istruzioni e tutto corrisponde.
Le hanno prenotato un albergo in Riva degli Schiavoni. Ha un moto di stupore perché è un Hotel a cinque stelle di una nota catena internazionale e già prima di entrare ne intuisce il lusso. Il palazzo fa angolo con Rio della Pietà, una vista meravigliosa della laguna in prossimità di luoghi di straordinaria bellezza, non lontano da Piazza San Marco.
Di fronte, in tutta la sua magnificenza, l'isola di San Giorgio con l'omonima Chiesa e poi l'acqua. Tutto è in movimento, monumenti riflessi sulla superficie increspata del mare con mille sfumature di blu, di grigio, di verde, di rosa, d'oro. É come essere in una favola!
Certo, come sede del corso che deve frequentare, che ha per argomento la "Qualità Totale", è un luogo azzeccato, ma non aveva capito che  vi avrebbe anche pernottato.
La gente cammina tranquilla, senza troppa animazione, sembra volersi godere ogni goccia, ogni essenza dei colori e  degli odori che riempiono l'aria.
Sofia si guarda intorno, ha un po’ di timore ad entrare, pensa ad uno scherzo, ma è disposta a dormire davanti all'Hotel, magari sulla panchina della piazzola di attacco dei dei vaporetti. É un luogo sospeso tra realtà e immaginazione, uno scenario straordinario a poca distanza dai Giardini della Biennale.
Deve farsi coraggio perché questo non è certo l'ambiente a cui è abituata.
Alla reception le confermano la camera regolarmente prenotata a suo nome; lascia i documenti e dopo le formalità l’affidano a un giovane che la condurrà al piano. Lui è attento e in ascensore notando il suo evidente spaesamento le sorride.
    «Se vuole può ancora scendere per la cena, c’è una piccola sala riservata ai corsisti.»
   «Grazie, ma sono un po’ stanca» in realtà ha bisogno di chiarirsi le idee e non riuscirebbe ad ingoiare nemmeno l'aria!
La stanchezza effettivamente riaffiora insieme allo sgomento per ciò che la circonda: dal dépliant informativo che fa bella mostra di sé sul prezioso tavolino della sua stanza apprende che le decorazioni, le opere d'arte, gli oggetti d'antiquariato, i preziosi tessuti che ha ammirato all’arrivo,   sono presenti oltre che in tutte le sale, anche nelle camere dell’Hotel caratterizzate da quattro colori. La cura del dettaglio e il servizio attento regalano una bella sensazione. La camera che le hanno assegnato fa parte della “zona rossa”.
Apre le imposte e gode di una meravigliosa veduta; sarà una notte speciale, avrà come sottofondo il canto del mare e dal letto vedrà le stelle e all'alba, fuori dalla finestra, il paradiso.
Comprende in un istante che non può sprecare nemmeno un minuto del tempo a disposizione e, abituata ad organizzare, programma le due giornate che l'attendono: dalle nove alle diciassette sarà impegnata con il corso di formazione, ma prima e dopo, dedicherà tutte le energie alla città e alle sue meraviglie.
Una doccia e un sorso d'acqua per un po' di ristoro, una telefonata a casa per i saluti e poi si sdraia sul letto, la finestra aperta e la tenda appena accostata. La luna che illumina la notte e il ritmo regolare dell’acqua l’accompagnano verso il riposo. In realtà, eccitata com’è, non dorme molto. Attende i primi bagliori dell’alba appoggiata alla finestra per vedere la luce che pian piano accarezza le cose sottraendole all’oscurità. É ancora silenzio in un un mondo di contorni sfumati. Torri, campanili, cupole ognuna con la sua magnificenza.
A destra, sullo sfondo, la punta della Dogana sembra costruita direttamente sull'increspatura delle onde e subito dietro, la Basilica della Salute che guarda il bacino di S. Marco testimonia la spiritualità del '600 veneziano. Il cielo sfuma dal rosa dell'aurora a un pallido azzurro, mentre il mare che culla la terra e i suoi palazzi, attende il sole per mostrarne le trasparenze.
Ancora qualche minuto e sarà giorno: può immergersi per quasi due ore nella città.
Niente colazione in albergo, decide Sofia, questo lusso la imbarazza, non è sicura di sé come sembra; pochi conoscono la sua timidezza. Strada facendo si fermerà un momento per mangiare qualcosa, così potrà attuare il suo piano ed arrivare fino a piazza San Marco.
Cammina lentamente lungo Riva degli Schiavoni e si guarda intorno per imprimere nella mente ogni cosa; passa Rio de Palazzo e vede in lontananza il Ponte dei Sospiri, ancora qualche passo e poi, girato l'angolo, lo splendore di uno dei luoghi più belli del mondo! Si narra che lo stesso Napoleone Bonaparte lo definì “il salone più bello d’Europa”.
Se avesse tempo visiterebbe la Basilica di San Marco e il Palazzo Ducale. É certa  che  nell’Appartamento del Doge potrebbe fantasticare e immergersi nel passato, nelle trame della vita pubblica e religiosa della Serenissima. Le piace pensare che ci sono delle occasioni nella vita nelle quali si è più ricettivi, in grado di ascoltare la voce del mondo e dare un valore diverso al tempo. Avvertire come una traccia, una manifestazione del vissuto di questa città, come se ogni periodo storico oltre a monumenti mirabili, alle opere dell'ingegno di pittori, scultori, architetti e matematici abbia in eredità anche presenze stratificate di vita. Una specie di memoria collettiva in grado di varcare quel confine tra "l'interno e l'esterno" del corpo-cervello-mente, luogo potenzialmente attivo e dinamico che esula dal rigido e riduttivo schema di riferimento formato dal tentativo Sociale di considerare e far passare "il parametro della uniformità come criterio di normalità" che porta a conoscere poco e a non percepire abbastanza.
Sofia sa che al suo interno si trovano varie opere di Tiziano, Tintoretto e Veronese, adora l’arte e ciò che sempre le trasmette.
Nonostante sia ancora presto, la piazza è già brulicante di turisti a testa in su intenti ad ammirare trine e merletti.
Purtroppo, l’orologio le dice che è ora di tornare indietro.
Dalle sette alle otto e quaranta è riuscita a fare con calma tutto il tragitto e domattina lo rifarà guardando alcune cose con maggiore attenzione. Ora sa che ha tempo per farlo.
Stasera invece andrà per negozi e botteghe, ne ha intraviste lungo la calle “Le Mercerie” e vuol trovare qualcosa che non sia il solito souvenir, da portare al suo amore.
E' la prima volta che lo lascia solo due notti!

      Il corso è interessante e lei è attenta nel prendere appunti. Quando sarà di nuovo al lavoro dovrà relazionare ai colleghi: questa è la regola per chi partecipa ai corsi di formazione fuori sede. Certo non sarà semplice trasferire nell’attività quotidiana nuove procedure che richiedono, per essere attuate, tempo, rigore metodologico e approfondimenti. Sarà una specie di viaggio per modificare il proprio punto di vista, le certezze, le abitudini consolidate, sarà importante la disponibilità di alcuni e lei dovrà essere brava a fornire stimoli nuovi per aggirare l’ostruzionismo che altri tenteranno difronte alla proposta di cambiamento. Sarà comunque una bellissima esperienza da condividere.
La prima giornata di studio è al termine e Patrizio, corsista che viene dalle Marche  pensa di fare il piacione. É indubbiamente un bell’uomo e ostenta il suo fisico con sicurezza, forse è abituato a provarci. Già nei momenti di pausa si è avvicinato con troppa confidenza, come un vecchio amico, pronto con qualche battuta allusiva e neanche troppo velata per il dopo cena.
Sofia non è affatto intrigata dal suo fascino. Non desidera momenti d’evasione, non cerca l’avventura di una notte. Forse è un po’ antiquata, ma è intenzionata a usare le sue energie esclusivamente per il corso di formazione e per godere appieno delle bellezze della città, non vuole sprecare tempo con il primo bellimbusto incontrato per caso.
Non c’è spazio nella sua vita per gli incontri sporadici che qualcuno sembra cercare ad ogni occasione, non giudica nessuno, ma segue le sue convinzioni.
Per fortuna Patrizio ha capito subito e non ha perso tempo a mostrare il suo interesse a Luisella, un’altra giovane corsista che sembra disponibile ad approfondire la conoscenza.
Che sospiro di sollievo; lei ci tiene al suo solido rapporto con Pietro, compagno degli ultimi cinque anni. Da poco hanno fatto progetti per allargare la famiglia, si amano e si rispettano. Non potrebbe stare con un uomo senza rispettarlo ed essere rispettata.

Userà il tempo prima dell’ora cena per fare acquisti.
É subito incantata dalle botteghe con il loro fascino particolare e così, quasi per caso, si trova ad ammirare l’antica arte dei mascherieri: che meraviglia!
Nel veder plasmare cartapesta e gesso, piume e lustrini si entra nella tradizione che dalla seconda metà del XIII secolo rappresenta una celebrazione della libertà dai ruoli imposti dalla società, dalle inibizioni e dall’etichetta sociale, garantendo l’anonimato dietro una maschera.
Ed è proprio per il bisogno di leggerezza che si catapulta nel magico mondo del carnevale di Venezia acquistando una fantastica maschera dal viso di dama con splendidi colori e rifiniture in seta che le costa una fortuna, ma vale come ricordo di un’esperienza irripetibile.
Per Pietro ha trovato una piccola scultura di vetro di Murano. Un acquario a forma tonda: pesci di vetro colorato, sommersi in una cascata di vetro fuso, un tuttuno unico e inimitabile. Questo si che le è costato un “patrimonio”, ma ne è valsa veramente la pena.
Del resto, dice a se stessa sorridendo che ha solo rispettato il “ruolo” derivante dall’alloggiare in un posto blasonato. Risparmierà una volta tornata a casa.

      Anche il secondo giorno sta per concludersi, basta fantasticare; il tempo è volato, l’esperienza e la magia della città sull'acqua sono agli sgoccioli.
Certo lei non avrebbe mai prenotato una camera singola che costa 500 euro a notte e a pranzo il cameriere viene a riempire i bicchieri ogni volta che son vuoti: un bello stress se non ci sei abituata. Proprio perché non fa parte del suo quotidiano, Sofia ha comunque apprezzato ogni momento di una situazione che senz’altro rimarrà unica. Tornerà senz’altro a Venezia, magari insieme a Pietro, ma non potranno permettersi di alloggiare in un Hotel del genere.
É ora di tornare a casa, i mezzi si annunciano a suon di sirene rincorrendosi in arrivi e partenze.
Sul vaporetto che la riporta verso il parcheggio, il mare sembra salutarla con piccoli spruzzi d’acqua
che le arrivano come una carezza, nella dolcezza di un dondolio come dentro una culla di quelle di
un tempo passato.
Ciao Venezia.

----------------
Immagine:  Veduta del ponte del Rialto, da nord - 1725 
Canal Giovanni Antonio, detto Canaletto
Torino, Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli

Daniela Lalleroni
Daniela

Salve, sono Daniela, una
ragazza del '53 con la mente
rivolta al presente.  
É tempo di seguire uno 
dei sogni che ho da sempre: 
scrivere.

inAntologie

pubblicati su carta

Romanzi