La terra è a gradoni con piante e fiori, la primavera vi ha portato splendore; un giardino curato, immenso, bello e allo stesso tempo estraneo.
Ambiente diverso da quello consueto.
La casa di Carla immersa nel parco, è un esempio di abitazione della borghesia di campagna di un tempo; espressione di un ceto sociale e di un potere economico. Un po’ austera e squadrata, grande, ricca di locali comunicanti ad uso diverso, con alti soffitti a volte affrescati.
C’è continuità di pensiero, l’ordine esterno si ritrova anche dentro. Un interno un po’ freddo, nonostante la quantità di oggetti, di tappezzerie, di cuscini. Un interno ordinato che vuol essere ospitale e godibile specialmente nell’ambiente principale: il salotto riservato agli inviti importanti per mostrare agiatezza e prestigio.
Da li si accede ad altri ambienti, meno formali, più adatti alle diverse occasioni.
Sembra priva di energia vitale quella casa grande e severa, ma poi si anima con il vociare dei bambini stupiti e festanti.
L’invito per una merenda, a sette anni passa da cosa normale a evento speciale. Una sorta di gita fuori porta con i compagni della classe a scuola.
Lasciato lo spazio spesso angusto, essenziale, a volte dimesso delle abitazioni dei quartieri popolari della città a pochi chilometri di distanza, si entra in una casa illusione di armonia, dove la felicità prende forma sul vassoio della merenda.
Non il buon pane e zucchero della merenda casalinga, ma lisci, tondi, dorati biscotti che sembrano racchiudere il sole. Due dischi concentrici di pasta frolla, con un buco al centro e tra di essi uno strato di gustosa marmellata.
Si ha quasi timore ad allungare la mano se si è un po timidi, ma poi il desiderio di assaporare la novità ha la meglio sulla ritrosia.
Piccoli educati morsi, la pasta si sgretola e la marmellata avvolge la lingua, le briciole restano a lungo in bocca, si gioca e si ride come se questa merenda fosse per sempre.
Il pomeriggio è passato in un baleno.
Forse non domattina, ma più avanti, ognuno avrà un personale ripensamento dell’esperienza e, a volte, il ricordo di quel biscotto rotondo segnerà la distanza dalle cose, dai modi di pensare e di vivere. Concorrerà a dare un particolare valore a determinate realtà, favorirà l’adozione pratica di un sistema di vita, di un costume, di un comportamento, nella consapevolezza di sé e del proprio mondo.