Giunsero quasi come un regalo!
A pensarci bene nel 1969 poteva considerarsi un metodo precursore di certe vincite di oggi, quando mentre navighi, compare all'improvviso la scritta "complimenti sei il millesimo... hai vinto! "
Prima una telefonata, poi, il professore portando due scatoloni contenenti ognuno 25.000 soldatini disse:
«abbiamo scelto tra i più bravi a scuola» accompagnando la frase con un grande sorriso.
Di plastica dura, scala 1/72, tutti con la stessa uniforme, completamente equipaggiati: cappello a tubo, giubba ad un petto con i bottoni, tasche a toppa e paramenti sulle maniche, pantaloni, scarponi, cintura con tracolla e baionetta.
Completi ed assolutamente anonimi: un esercito numeroso e silenzioso senza campo di battaglia; da animare con il colore.
In verità con quattro colori che in un'altra scatola, dentro i barattoli, accanto ai pennelli di diverse tipologie, erano pronti a dar vita ad ogni singolo soldatino con semplici pennellate di blu, di rosso, di giallo e di nero.
Bene, già allora, non indietreggiavo davanti a una sfida.
Preparato l'accampamento liberando la scrivania di ogni cosa è iniziata l'avventura: tutto il "lavoro" era da completare in in due step con la consegna dei primi 25.000 pezzi dopo venti giorni per un impegno totale di circa quaranta giorni.
Pian piano ogni soldatino esce dallo scatolone e muta: la sua giubba diventa rossa e marcia sul piano di lavoro e poi tocca ad un altro, ad un altro, ad un altro, fino a quando il battaglione di giacche rosse prende forma in file regolari per ottimizzare lo spazio.
Poi si passa al blu dei pantaloni, tutti i particolari in giallo e per ultimo il nero per il cappello, gli scarponi, la cintura e tracolla e due puntini sugli occhi.
Uno scenario che cambia di volta in volta come se ad ogni aggiunta di colore si formassero nuovi reggimenti; 50.000 soldatini che presi in mano, ognuno per almeno quattro volte diventano 200.000 pezzi.
Un lavoro minuzioso di pazienza e perizia, senza sbavature, dopo ogni passaggio, prima di passare alla fase successiva, si deve attendere che il colore asciughi perfettamente.
Tante ore di lavoro in solitaria concentrazione, con un sottofondo di musica che non manca mai.
Tanti piccoli soldati senza comandanti, un esercito regolare che sottrae giornate intere alle vacanze estive e vale, per ogni pezzo, esattamente una lira. (al tempo, il costo di una caramellina di liquirizia)
Rispettare i tempi vuol dire dipingere 1.250 soldatini (e lire) al giorno!
Unica consolazione: questi soldati non andranno al fronte.
Chissà dove saranno finiti e quanto avranno "fruttato" a chi li ha commissionati. Per me, a sedici anni, il primo "lavoro" retribuito!