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Mamma ho paura del lupo

Ottone e la Lilla mi guardano e mi salutano con la coda; io che la coda non l'ho metto il braccio piegato dietro al busto e muovo la mano per rispondere. Mi vien da ridere e ripenso a quando ero bambina...

C'è un bel frescolino nell'ingresso della palazzina; il luogo è tranquillo e senza pericoli, si può giocare in libertà. La giornata è afosa siamo in piena estate, qui si sta proprio bene e sono contenta. Il grosso portone di ingresso, non completamente chiuso, lascia entrare un po' della luce del giorno, ma c'è comunque una bella penombra.
La mamma che lavora in cucina si è raccomandata di non uscire fuori, ci divide solo la porta di casa. Il luogo migliore per giocare è lo scalino; seduta con la schiena appoggiata alla porta sento il rumore ritmico della macchina da maglierista che quasi mi culla e contemporaneamente sono immersa nel mondo fantastico del gioco. Basta una bambola e le pentoline. 
Ad un tratto non sono più sola, di fronte a me un grosso "cane lupo" la lingua a penzoloni fuori dalla bocca, il respiro affrettato: è più alto di me ed è così pericolosamente vicino! 
Paralizzata dalla paura cerco di mettere il braccio dietro la schiena, con la mano stretta a pugno e il cuore in gola comincio a bussare ritmicamente alla porta.
"Mamma, mamma c'è il lupo, ho paura"
E se mi morde?
Non devo piangere, la mamma non risponde, forse non mi sente. Devo concentrarmi per bussare quando il rumore della macchina si interrompe. 
Finalmente...
"Gioca, gioca e non fare la birichina, il lupo è nella favola di cappuccetto rosso, qui non c'è".
La mamma è dietro la porta e non riesco a farle capire il pericolo e il mio stato d'animo.

Le fiabe... (“Cappuccetto Rosso”- “Il lupo e i sette capretti” - ” I tre porcellini”) il problema è che tutte parlano del "lupo cattivo"; tutte raccontano una prova difficile da superare, evocano la voracità dell'animale, l’oscurità del bosco e generano paura. 
Povero animale (era solo un pastore tedesco) forse è entrato per il caldo eccessivo che c'era fuori, forse disorientato di trovare una bambina che non tende la mano per una carezza. Oggi so che l’aumento della frequenza respiratoria rappresenta la risposta dell’organismo del cane al caldo o ad una corsa impegnativa. 
Allora è stata un'esperienza angosciante, ho avuto terrore del cane per anni e ancor oggi se cammino per strada, nonostante da tanto tempo ci sono nel mio giardino, all'incontro con un cane sconosciuto istintivamente mi blocco. Mi è rimasta una scoria nella testa in grado di riattivare in qualsiasi momento, risposte simili all'esperienza archiviata, una traccia che prima della riflessione agita la paura.
Poi penso che spesso gli animali sono migliori degli uomini.
Anche quando la cronaca riporta fatti terribili di cani voraci, so che la responsabilità è prima di tutto di chi li tiene, di chi li addestra a combattere, di chi li espone al rischio di fare del male.

2018-01-02
Daniela

Salve, sono Daniela, una
ragazza del '53 con la mente
rivolta al presente.  
É tempo di seguire uno 
dei sogni che ho da sempre: 
scrivere.

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